Il castello di Bastia sorge nel borgo omonimo, tra Fivizzano e Licciana Nardi, in provincia di Massa-Carrara.

Questo piccolo abitato evoca fin dal nome l’originaria struttura difensiva della zona: sembra che il termine “Bastia” derivi dal francese “bastir”, costruire rapidamente, con riferimento a una veloce fortificazione del paese.

Il castello attuale risale al XVI secolo e venne edificato sui resti di un edificio più antico, la fortezza di Santa Caterina del XIII secolo. Questa costruzione originaria era una delle svariate roccaforti realizzate dalla famiglia Malaspina in posizioni strategiche, per controllare ampie porzioni dei loro vasti possedimenti.

Si dice che Ludovico Ariosto definisse questo castello inespugnabile; in realtà, venne conquistato più volte, anche dal famoso condottiero Giovanni dalle Bande Nere.

La versione tuttora esistente della fortezza si trovò al centro di vicende travagliate e particolarmente interessanti dal punto di vista storico.

Nel corso del ‘600, l’amministrazione dei marchesi Carlo e Nestore Malaspina fu caratterizzata da soprusi e vessazioni, compiute soprattutto dal secondo, nei confronti della popolazione che giunse a ribellarsi in una sommossa di particolare gravità.

Nonostante l’intervento del Granduca di Toscana che cercò di riportare l’ordine, la rivolta ebbe fine solo quando, in uno scontro, perse la vita lo stesso Nestore Malaspina.

Una figura singolare che emerge tra i vari inquilini della fortezza è sicuramente Anna Malaspina, l’ultima marchesa del feudo di Bastia nel ‘700.

Suo marito Giovanni Malaspina era gentiluomo di camera alla corte del duca di Parma, Filippo I di Borbone, figlio del Re di Spagna.

La corte parmense era conosciuta per la sua atmosfera internazionale: infatti, oltre ai legami con la Spagna dovuti alle origini del duca, intratteneva relazioni con altre corti europee e in particolare con la Francia. Filippo di Borbone aveva infatti un primo ministro francese, Guillaume Du Tillot.

Anna Malaspina, di nobili origini e di notevole bellezza, entrò nella vita dell’importante corte di Parma come dama d’onore di Luisa Elisabetta, moglie del duca.

Secondo alcune voci, avrebbe intrattenuto una relazione con il ministro Du Tillot; certamente ottenne grande fiducia, tanto da essere coinvolta in una missione diplomatica che aveva il sapore di un vero e proprio intrigo.

Infatti la marchesa, celebrata da poeti come Vincenzo Monti, si recò in Francia su suggerimento del gesuita di Parma Bettinelli. Lo scopo non dichiarato della visita era ingraziarsi ulteriormente il sovrano, cercando di limitare l’influenza di madame De Pompadour. Quest’ultima infatti non era solo l’amante di Re Luigi XV, ma una figura di grande importanza nelle decisioni politiche della monarchia e nutriva un’avversione verso l’ordine dei Gesuiti.

Sembra che Anna Malaspina non riuscì a sostituirsi a lei nei favori del sovrano, ma tornò in Italia beneficiando di una seppur modesta pensione della corte francese.

Possiamo ipotizzare che la marchesa sia riuscita nella sua opera di seduzione, anche se non al punto da adombrare la presenza ormai determinante di madame De Pompadour.

Il castello oggi è residenza privata. Acquistato agli inizi del ‘900 dallo storico lunigianese Formentini, durante la Seconda Guerra Mondiale venne occupato da un comando tedesco che, dovendo ritirarsi, fece esplodere il deposito delle polveri esplosive per non cederle al nemico. Così, crollò una delle torri. I proprietari lo ristrutturarono però con cura.

Oggi è possibile ammirarne l’esterno, con le quattro imponenti torri cilindriche che svettano nel piccolo centro abitato e il mastio centrale, le cui feritoie che fanno pensare all’utilizzo di armi da fuoco. Per una visita guidata su appuntamento, si invita a contattare al numero 0187 474 199 i proprietari, discendenti dello storico che salvò questo imponente edificio dalla decadenza.