Il castello Aghinolfi di Montignoso (Massa-Carrara) sorge sulla sommità di una collina verdeggiante, dalla quale si ammira un grande tratto di costaversiliese e apuana.

Le mura di questa fortificazione sono un riassunto delle vicende storiche e delle lotte di potere che hanno interessato la zona, a partire da un’epoca remota.

Si parla già delcastello in un documento del 753 in cui il re dei Longobardi, Astolfo, assegna al cognato Anselmo, fondatore dell’abbazia di Nonantola, un oliveto situato “presso il castello di Aginulfo”.

Aginulfo”sarebbe infatti un nome di origine longobarda, adattato nel piùitalico “Aghinolfi”.

Il suddetto documento oggi è considerato un falso creato nell’XI secolo, probabilmente per dimostrare le origini antiche dei possedimenti dell’abbazia di Nonantola.

Si ritiene però che tale falsificazione poggi, in parte, su alcune verità storiche: il castello Aghinolfi è citato in un diploma imperiale emanato nel 758 dal re longobardo Desiderio e in un documento del 764, relativo alla vendita di un terreno nella zona.

I Longobardi, popolazione di origine germanica, dominarono a lungo territori delle attuali provincie di Lucca e Massa-Carrara. Si ritiene che il castello sia appartenuto a loro, attraverso gli eredi del misterioso Aginulfo, fino al 1376, anche quando buona parte della Toscana era stata conquistata dai Franchi e unita nel Ducato di Tuscia.

Una fortificazione contesa

L’Aghinolfi si trovò a lungo al centro di una situazione di tensione per la sua importanza strategica: dalle sue mura si controllava anche un tratto della Via Francigena. Si scontrarono per il possesso del castello, in particolare, le città di Lucca e Pisa. La prima amministrava la zona durante il dominio longobardo e, successivamente, quello franco; la seconda cercava di conquistarla. Gli scontri tra le due città furono numerosi: un dato che ci porta a riflettere sulla grande instabilità socio-politica del periodo medievale. Si dice che in una battaglia scatenatasi attorno al castello, nel XII secolo, le truppe lucchesi presero addirittura prigioniero l’arcivescovo di Pisa, Baldovino. Probabilmente in quel periodo venne costruita la torre ottagonale, elemento distintivo della fortificazione. Anche se in maniera discontinua, il castello rimase per lo più sotto il controllo lucchese fino al tardo Medioevo. Nel 1437, però, nuovi venti di guerra soffiarono sull’edificio. Scoppiò infatti un conflitto tra Lucca e Firenze. Quest’ultima città conquistò l’Aghinolfi e ne mantenne il controllo per cinque anni, cedendolo infine ai proprietari originari. Si giunse così alla fine delle travagliate vicende che interessarono la fortificazione? Solo temporaneamente.

Dopo le lotte, il fulmine e non solo

Nel 1494 il castello passa a Carlo VIII, Re di Francia e subisce probabilmente interventi che ne modificano la struttura. In seguito sarà costruito anche un mulino a vento. Nel 1585 questo viene danneggiato gravemente da un fulmine. Durante il XVII secolo non sono delle battaglie a minare la stabilità dell’Aghinolfi, ma l’incuria alla quale va incontro, avendo forse perso importanza strategica.

Basti pensare che,nel 1628, il castellano lamenta che i tetti sono talmente mal ridotti da lasciar entrare l’acqua nelle stanze quando piove! Nel ‘700 l’abbandono da parte dell’amministrazione di Lucca fu pressoché totale e la fortezza subì furti di pietre e mattoni.

A peggiorare tale decadenza, nell’800, contribuirà anche una decisione di Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone e signora di Massa. Per costruire le“cateratte” del Cinquale, barriere che dovevano contrastare le febbri malariche nelle paludi, sottrasse materiali ad alcuni edifici del complesso del castello.

La guerra, poi la rinascita

In una condizione precaria il castello arriva fino al ‘900, quando si ritrova ancora travolto dai rovesci della storia. Durante la Seconda Guerra Mondiale, infatti, le truppe naziste vi vedono ciò che vi vedevano Lucca, Pisa e Firenze nel Medioevo: un punto di osservazione cruciale.

Lo occupano militarmente e ne fanno un avamposto della Linea Gotica, scatenando la reazione degli Alleati che lo bombardano distruggendone una parte.

Incredibilmente, però, questo castello ha resistito ai conflitti di epoche diverse per approdare a tempi più pacifici. Nel 1997, infatti, la bellezza e l’importanza storica dell’Aghinolfi vengono valorizzate con un importante intervento di restauro, che ricostruisce anche una parte del mastio ottagonale.

Meraviglie da ammirare

Oggi è possibile visitarne lo stesso mastio, le mura antiche e i camminamenti sotterranei, ammirando anche una ricostruzione 3D dei vari periodi storici.

Finalmente, contemplando le architetture e il panorama, è possibile abbandonarsi alla bellezza: non risuonano più clangori di spade, né colpi di armi da fuoco. Solo il soffio del vento, che accarezza la vegetazione circostante.